Pirelli e i social media

L’azienda Pirelli & C. S.p.a.

Il gruppo Pirelli nasce nel 1872 a Milano per volere del giovane ingegnere Giovanni Battista Pirelli; la produzione si specializza già dagli esordi nella lavorazione della gomma, improntando le prime realizzazioni su articoli basic come cinghie, placche e tubi.

Nel giro di pochi anni la gamma di prodotti viene notevolmente ampliata a manufatti per ogni utilizzo tecnico, industriale e scientifico, e ulteriori specializzazioni vedono come protagoniste le guarnizioni pneumatiche per velocipediò. Nel 1879, Pirelli inventava i primi pneumatici per biciclette.

Agli inizi del Novecento l’azienda avvia la fabbricazione di pneumatici per auto ed entra nel mondo delle competizioni, collezionando importanti successi come la vittoria della corsa automobilistica Parigi-Pechino, fornendo pneumatici alla vettura Itala 35/45 HP.

È dagli anni Venti che l’azienda diventa protagonista assoluta di importanti eventi agonistici come il Campionato Mondiale di Formula 1, di cui tutt’ora è fornitore ufficiale, la Superbike e la Mille Miglia.

Fiore all’occhiello di Pirelli è sempre stata la continua ricerca di innovazione tecnologica: ricordiamo l’introduzione del radiale Centurato, degli pneumatici ribassati, dei cavi a fibre ottiche.

Per quasi un cinquantennio a guidare l’azienda è stato Leopoldo Pirelli, uno dei più importanti ed illuminati imprenditori del secolo scorso: Leopoldo ha avviato e posto in essere l’idea di un’impresa etica, capace di coniugare tecnica e cura del personale, battendosi per la settimana lavorativa di 5 giorni e tenendo sempre aperto il dialogo con i sindacati e i lavoratori.

L’eredità di Leopoldo Pirelli, scomparso nel 2007, è stata raccolta nel 1992 dal genero Marco Tronchetti Provera, ancora oggi alla testa del gruppo.

Pirelli si configura oggi come azienda leader nel settore degli pneumatici a livello internazionale, occupandosi di automobili, motociclette e ciclismo; opera in oltre 160 paesi e vanta la sua presenza nei segmenti produttivi Premium e Prestige, ossia quelli dedicati agli articoli ad alto contenuto tecnologico.

Ricerca e sviluppo sono le parole d’ordine del gruppo, che da sempre investe importanti capitali al fine di garantire innovazione e qualità ai consumatori: ogni anno infatti il 6% del fatturato viene reinvestito nell’ambito della ricerca, settore in cui Pirelli vanta un portfolio di oltre 5.000 brevetti.

Tecnologia, certo, ma anche attenzione all’ambiente: Pirelli promuove da diversi anni l’uso di materiali che abbiano il minimo impatto ambientale, mostrando particolare attenzione per la tutela dell’ecosistema e la salute delle persone. La prevenzione e l’identificazione, con la conseguente risoluzione, degli eventuali rischi sono parte integrante della policy aziendale, volta al continuo miglioramento degli aspetti di sicurezza sul lavoro, welfare e salvaguardia ambientale.

Pirelli attua una politica economica basata sul multi stakeholder, favorendo una crescita sostenibile che coinvolga in maniera equa fornitori, clienti, collaboratori, ambiente ed istituzioni; ciò avviene con un continuo monitoraggio dei mercati e le richieste di feedback agli stakeholder, in modo che si possa avere una valutazione aziendale continua volta a migliorare la qualità di prodotti e servizi.

La politica di Qualità Globale caratterizza tutta la produzione Pirelli, e si estende anche ai servizi e alle relazioni interne ed estende del gruppo; punta di diamante è la capacità di anticipare il futuro, creando articoli sempre all’avanguardia. Questo obiettivo si riassume nella Strategia Premium, stilata da Pirelli per offrire eccellenza e innovazione.

Pirelli si distingue oggi anche come principale sponsor dell’Inter, della Federazione Italiana Sport Invernali e della World Championship di sci alpino. Dal 2017 è sponsor ufficiale del Giro d’Italia e del Giro d’Italia Under 23.

Una delle icone più famose dell’azienda è senz’altro il calendario Pirelli: nato nel 1963, è un calendario a tiratura limitata, non venduto ma regalato a selezionati vip e clienti. Simbolo di prestigio, è nell’attualità un importante trampolino di lancio per modelle e fotografi, ma anche per l’azienda stessa che si spoglia un po’ della coltre nera degli pneumatici e si riveste di una luccicante patina glam.

L’employer branding di Pirelli

Giuseppe Addezio, direttore delle risorse umane di Pirelli, ha ben descritto nel libro L’intelligenza Collaborativa di Marco Minghetti, le nuove strategie di employer branding che il colosso degli pneumatici ha messo in atto dal 2011, una vera e propria ristrutturazione articolata in tre fasi.

A monte della presenza sui social, il gruppo Pirelli ha avviato una fase diagnostica, analizzando sé stessa: immagine, identità, e profilo da definirsi sulla base di interviste ai dipendenti e al management, e controllo sul posizionamento aziendale nel mercato di riferimento, costituito soprattutto da giovani neolaureati in ingegneria ed economia.

La seconda fase è stata quella volta a sviluppare una nuova EVP (Employee Value Proposition), cioè il complesso di motivi per cui il gruppo è allettante; in altre parole, quelle caratteristiche che rendono Pirelli una scelta vincente e soddisfacente per i suoi dipendenti.

Il terzo ed ultimo step ha riguardato la comunicazione dell’EVP: non solo i tradizionali canali, come career day, job meeting, incontri con studenti e neolaureati, ma anche l’esplorazione del cosiddetto web 2.0., cioè quel nuovo modo di usare la rete all’insegna della collaborazione e della condivisione.

Così Pirelli, su spunto della Direzione delle Risorse Umane, ha deciso di esplorare il mare di internet, e lo ha fatto scegliendo di partire da LinkedIN, il famoso social network dedicato al job recruitment. Fino a quel momento, cioè a metà del 2012, il profilo del gruppo era poco aggiornato e comprendente anche realtà non più esistenti; si è sentito prepotentemente il bisogno di implementare la pagina e sfruttare le possibilità di LinkedIN, costruendo un’immagine aziendale che fosse attraente anche sulla piattaforma virtuale.

Si pensi che allora LinkedIN contava circa 170 milioni di membri, oggi si superano i 200, e dunque l’opportunità di farsi conoscere in maniera più puntuale e precisa, che andasse al di là del nome, per altro già ben famoso a livello internazionale, spiega la scelta di Addezio e di tutto il team delle risorse umane di curare il profilo aziendale.

Pirelli sui social media oggi

Oggi il profilo LinkedIN di Pirelli ha tre pagine di libera consultazione: una home di presentazione dell’azienda, una pagina careers mirata al social recruiting e a mostrare le opportunità di crescita all’interno del gruppo, e una pagina products, che offre una carrellata completa sugli articoli prodotti.

Intuizioni e adattabilità di Pirelli alle nuove tecnologie e al nuovo modo di fare impresa: una strategia che in pochi anni si è rivelata vincente, tanto che ad oggi è una delle aziende più attive nel campo dell’employer branding.

Dal 2012 ad oggi la presenza di Pirelli sui social si è allargata a macchia d’olio: il gruppo è attivo sia sui social network come Facebook, dove è seguita da oltre 1.600.000 persone, sia su social media come Instagram (più di 85.000 followers) e Twitter (oltre 12.000 followers), sia su content community come Youtube.

Pirelli ha intensificato impegno, costanza e soprattutto un costante lavoro di reciproco scambio con tutti gli stakeholder, sguardo teso all’innovazione e riduzione dei dislivelli gerarchici: questi gli ingredienti che hanno permesso al gruppo di raggiungere l’obiettivo di una social leadership riconosciuta a livello internazionale, tanto che è stata l’unica azienda italiana ad entrare nella classifica delle società europee con la migliore comunicazione web.